L’idea
iniziale del progetto prende vita da alcune composizioni per
orchestra di chitarre ma il desiderio sempre nascosto di scrivere per
quartetto d’archi si realizza incontrando le straordinarie
musiciste di Frau Musika.
In
verità la passione è soprattutto rivolta al
suono e non agli
stilemi compositivi che appartengono storicamente a questa
formazione. Ciò porta ad un utilizzo non tradizionale degli archi:
una personalizzazione della costruzione armonico-ritmica e dei ruoli
stessi all’interno del quartetto.
La
musica si stacca quindi dalla scrittura classica per avvicinarsi ad
un combo-jazz, con sonorità legate ad aspettative di altro tipo.
La
chitarra si ritaglia una parte solistica rilevante
nell’improvvisazione e si cala in questo contesto accademico in cui
violino, viola e violoncello creano una grande omogeneità timbrica,
con passaggi gravi, sovrapposti, slegati dal tempo (come l’armonia
sommersa nei vari background), mentre l’ascolto non è oltremodo
complesso.
L’intenzione
compositiva è quella di unire il mondo contemporaneo con
l’improvvisazione, mescolando gli aspetti timbrici di questa
particolare formazione con elementi melodici legati alla cultura
europea.
Questa
musica parte dalla tonalità ma ne esce spesso nell’improvvisazione,
entrando in zone modali o atonali; valorizza inoltre le dinamiche, le
strutture polimetriche, le divisioni poliritmiche e gli effetti
rumoristici.
